mercoledì 19 gennaio 2011

Appello a Napolitano: fermi lo smembramento del Parco dello Stelvio

Da Montagna.tv:

SONDRIO — “Dividendo il Parco si rischia di ledere l’immagine e la credibilità del nostro Paese in materia di politiche di conservazione, oltre che di innescare un pericoloso “effetto domino” anche per altri parchi nazionali”. Questo il disperato appello di alcune associazioni ambientaliste, che hanno scritto al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano per impedire la firma del decreto che sancisce lo smembramento del parco dello Stelvio sui territori di Lombardia, Alto Adige e Trentino.
Il decreto di smembramento è stato approvato dal governo il 22 dicembre scorso. Dispone l’abrogazione dell’ente gestore del Parco e la sua divisione in tre parti, gestite in autonomia dalle Province di Trento, di Bolzano e dalla Regione Lombardia. Secondo le prime indiscrezioni esisterà un comitato paritetico, che eleggerà un presidente, ma i tre enti godranno di molta autonomia.
Come mai, dopo 75 anni di gestione unificata? La decisione è stata presa su richiesta del presidente della provincia di Bolzano Luis Durnwalder, che spiegato al Consiglio dei Ministri come questo potrebbe “avvicinare maggiormente la popolazione al parco e ai suoi obiettivi” e le ragioni della Commissione dei 12, il comitato paritetico tra lo Stato e le Provincie Autonome di Trento e Bolzano. Sulla questione, Durnwalder ha ottenuto il voto all’unanimità, seppur con qualche modifica voluta dal Ministro Stefania Prestigiacomo e con le dovute garanzie sul bilinguismo e i finanziamenti.
La cosa sembra ormai fatta, ma gli ambientalisti alzano la voce e non fermano la protesta. Ora si sono rivolti a Napolitano perchè non firmi il decreto, sostenendo tra l’altro che sia stata una decisione unilaterale presa senza coinvolgere la Lombardia, che si trova a subirne gli effetti. I promotori dell’appello sono Cipra Italia, il Cai, la Federazione Pro Natura, Italia Nostra, Legambiente, Mountain Wilderness Italia, il Touring Club e il Wwf.
“Cancellare l’ente gestore del Parco – si legge nel loro comunicato – significa metter fine di un grande capitolo della storia della conservazione della natura nel nostro Paese. Quel parco fa parte del patrimonio di natura e paesaggio dell’Italia e delle Alpi. E’ inaccettabile la decisione proprio nell’anno in cui si celebra la ricorrenza dell’Unità d’Italia”.
Gli ambientalisti sottolineano il ruolo di “cerniera, geografica e istituzionale” che il Parco ha svolto finora tra i tre territori, temendo che l’autonomia vada a ledere le tutele del territorio a favore di interessi locali. “La rottamazione del Parco Nazionale – si legge ancora nel comunicato delle associazioni – rischia di rappresentare un pericoloso precedente rispetto al delicato equilibrio di rapporti istituzionali con le regioni autonome”.

Nessun commento:

Posta un commento